come progettare una cucina ergonomica

Ergonomia e cucina sono due parole che, negli ultimi anni, capita sempre più spesso di leggere assieme: progettare l’ambiente kitchen non è più infatti solo una questione di estetica, ma anche di funzionalità, comfort e praticità.

Progettare una cucina ergonomica significa pensare allo spazio di lavoro in maniera analitica e razionale, studiare una disposizione dei componenti che permetta di evitare movimenti innaturali e velocizzare le attività, oltre che l’ottimizzazione degli spazi a disposizione. Lo scopo è organizzare l’area al fine di renderla comoda e funzionale al lavoro da svolgere in cucina, attraverso la creazione di percorsi studiati ad hoc per prevedere e semplificare ogni azione svolta.

Da dove iniziare

Quando si tratta di progettare una cucina ergonomica, il primo step da affrontare è quello dello studio dell’ambiente. Capire qual è lo spazio a disposizione, pianificare una disposizione degli elementi d’arredo tale da ottimizzarlo e comprendere come relazionare i componenti a eventuali elementi architettonici vincolanti sono fasi di lavoro imprescindibili, senza cui non è possibile sperare in un risultato finale che sia davvero funzionale.

Ciascun elemento inserito all’interno della cucina dev’essere disposto in maniera tale da collaborare con l’ambiente circostante e rendere le attività di lavaggio, cottura e preparazione comode e veloci, senza richiedere movimenti inutili.

Disposizione e ottimizzazione degli spazi

Una corretta ottimizzazione degli spazi consente non solo di risparmiare preziosi centimetri, soprattutto negli ambienti che dispongono di minor spazio, ma anche di rendere pratici e intelligenti i percorsi di lavoro all’interno della cucina.

Progettare una cucina ergonomica significa infatti studiare la disposizione degli elementi d’arredo e degli elettrodomestici, rispettare la distanza tra questi e creare un’area grazie a cui le attività possano risultare quanto più semplificate e su misura possibile.

Un suggerimento interessante potrebbe essere quello di unire le zone cottura, lavaggio e conservazione attraverso una disposizione a triangolo che permetta di intervallarle ai piani di lavoro. In questo modo è possibile ottenere una disposizione ottimale che consente di guadagnare spazio e aumentare l’area di lavoro.

Attenzione ad altezze e profondità

Sebbene siano elementi spesso trascurati da coloro che si approcciano per la prima volta al mondo della progettazione, altezza e profondità costituiscono fattori di fondamentale importanza quando si tratta di progettare una cucina ergonomica.

La ragione è ben presto detta: in cucina si lavora in piedi e un piano di lavoro troppo alto o troppo basso costringe ad assumere posizioni innaturali e dannose che possono diventare causa di disturbi fisici. Si tratta di una scelta da effettuarsi già in una fase iniziale dei lavori in quanto la posizione di pensili e prese di corrente sarà determinata proprio dall’altezza dei piani di lavoro.

Negli anni, anche la questione della profondità ha subìto un’importante evoluzione, spostandosi dai tradizionali 60cm a soluzioni più intelligenti ed ergonomiche. Questo tipo di aumento consente di abbassare l’altezza dei pensili, rendendo più facile e veloce lo spostamento degli utensili.

Cucina sospesa o con appoggio a terra?

Entrambe le soluzioni comportano vantaggi e svantaggi a seconda del tipo di ambiente da arredare e delle preferenze e abitudini degli utilizzatori. In qualsiasi caso, progettare una cucina ergonomica comporta anche la valutazione tra mobili sospesi o con appoggio a terra tramite zoccolo.

Lo zoccolo rappresenta attualmente la scelta più diffusa tra la maggior parte delle persone: se da una parte offre continuità e possibilità di collegamento, dall’altra può risultare meno semplice da pulire. In ogni caso, scegliere sempre l’opzione con zoccolo rientrato, così da consentire il mantenimento di una migliore postura ed evitare affaticamenti inutili.

L’alternativa principale al piano di lavoro con appoggio a terra è costituita dalle basi sospese: una scelta di grande impatto estetico che, se da una parte può ridurre le capacità contenitive della cucina, dall’altra permette di disporre i mobili a un’altezza ottimale alla propria statura e di facilitare le operazioni di pulizia.

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